Berlino e l'arte del Podcasting!
- Istituto Comprensivo A. Gabelli Misterbianco
- 16 set 2022
- Tempo di lettura: 13 min
A distanza di quasi due mesi dall'esperienza che ci ha viste protagoniste del corso strutturato "Our School Radio! Podcasts and New Media as an Educational Tool" presso Berlin - Europass Teacher Academy, e ormai alle porte del nuovo anno scolastico, sento di poter trarre un bilancio di un'attività formativa che, in linea con gli obiettivi del nostro Erasmus Plan, ha confermato il valore pedagogico e motivazionale che la creazione di un prodotto digitale complesso ma stimolante come un podcast può apportare all'interno di una scuola.

Per quanto mi riguarda, nel corso del precedente anno scolastico avevo già sperimentato l'attività di podcasting e mi era sembrato un ottimo modo per portare avanti una didattica per competenze che rendesse i ragazzi consapevoli protagonisti del proprio processo di crescita, responsabilizzandoli nell'assunzione di specifici ruoli e nel rispetto delle scadenze; essendo appassionata di digitale e sperimentazioni didattiche varie, quei prodotti erano stati il risultato di una formazione da autodidatta, con competenze e nozioni che avevo a mia volta trasferito agli alunni coinvolti o in classi specifiche o a classi aperte. Pertanto, poter seguire un corso di formazione strutturato all'estero, nell'ambito delle mobilità Erasmus destinate allo staff, mi era sembrata una buona opportunità non solo per misurarmi in ambiente internazionale ma anche per capire se le mie sperimentazioni da "paladina del digitale" andassero nella giusta direzione per la creazione di un prodotto che comunque necessita di competenze tecniche ben definite. Con questo, non voglio certo scoraggiare chi si appresta per la prima volta a impostare un lavoro di podcast; al contrario, i benefici legati all'acquisizione di competenze comunicative (la preparazione di un testo scritto, la proprietà di linguaggio, la capacità di public speaking in lingua madre o lingua straniera), pensiero critico, competenze sociali e soft skills superano di gran lunga le possibili difficoltà iniziali da tenere in conto nell'uso dei vari strumenti di registrazione ed editing delle voci e dei suoni. Analogamente alle serie televisive, il podcast attira i ragazzi perché può essere ascoltato dovunque e in ogni momento, è breve e ha un format dinamico che attraverso elementi multimediali tiene alta l'attenzione di chi lo ascolta. Ero convinta delle potenzialità di tale strumento prima della mobilità, e lo sono ancor di più dopo un'esperienza che forse non mi ha fatto conoscere qualcosa di totalmente nuovo, ma mi ha dato degli input per migliorare le modalità di lavoro e collaborare in team con colleghi stranieri in modo simile a come si potrebbe proporre ai ragazzi. Ma andiamo con ordine...
La nostra prima avventura Erasmus Staff post-Covid inizia il pomeriggio del 24 luglio, quando io e la collega Anna Rita Treccarichi lasciamo una caldissima Sicilia per raggiungere Berlino in tarda serata...la speranza di trovare una temperatura più fresca in Germania tuttavia viene subito meno, per tutta la settimana soffriremo infatti l'ondata di caldo che investe anche l'Europa del Nord in quel periodo. Iniziamo immediatamente a capire le differenze tra gli stili di vita italiano e tedesco quando, appena arrivate, cerchiamo disperatamente un posto in cui cenare ma in zona, intorno alle 22:30, è già tutto chiuso, tranne il Döner con cibo tipico turco di fronte all'hotel...ci "accontentiamo" (è caratteristico pure quello!) e concludiamo la serata in vista del primo giorno di corso. L'episodio si ripeterà per un altro paio di sere, finché non capiremo che in Germania conviene cenare intorno alle 19, non più tardi!

La mattina seguente inizia la nostra settimana di formazione...raggiungiamo facilmente a piedi la sede del corso, un piccolo centro di formazione con un paio di aule in cui si svolgono in parallelo più corsi per docenti in formazione Erasmus. Il primo giorno è per tutti un po' come il primo giorno di scuola...arriviamo in anticipo e troviamo già alcuni partecipanti che, come noi, attendono di conoscere i compagni di corso e il formatore che li accompagnerà durante la settimana. Ci presentiamo e iniziamo a scambiare quattro chiacchiere con docenti da Spagna e Croazia, alcuni dei quali saranno nel nostro corso.
Alle ore 9 Gabriele Cinti, trainer italiano con un variegato background professionale all'estero, ci accoglie invitandoci a prendere posto in quella che sarà la nostra aula per dare ufficialmente il via al corso. Il primo giorno è in genere dedicato alle presentazioni ed è così anche stavolta; è proprio in cose semplici come queste che si può vedere la ricchezza multiculturale di Erasmus+, che riesce a riunire nella stessa stanza una decina di persone da Italia, Irlanda, Croazia e Spagna con esperienze, età, professionalità, interessi e attitudini diverse, tutte però mosse dal desiderio comune di sviluppo professionale e crescita umana. Presentare brevemente noi stessi e le nostre scuole di provenienza ci ha permesso di mettere a confronto i vari contesti lavorativi e comprendere da dove partisse l'esigenza di ognuno di noi di fare Erasmus+ e trovarci a Berlino in quel momento. Fare una panoramica della nostra scuola, raccontare i vari progetti di successo a un pubblico straniero, ripercorrere le tappe di come si è sviluppata la nostra progettualità europea è sempre qualcosa di emozionante e che ci rende orgogliosi di quanto costruito con impegno e fatica.
Questo è di fatto il primo corso strutturato in presenza dopo la pandemia, reso possibile dai finanziamenti 2021 ottenuti tramite l'Accreditamento Erasmus+...pur timorose, finalmente riscopriamo il piacere di riappropriarci di spazi di apprendimento "fisici" e di condividere l'esperienza soprattutto dal punto di vista umano. Fin dal primo momento, il gruppo si mostra molto aperto e collaborativo, facendo della cooperazione uno degli elementi chiave; del resto, nessun buon progetto Erasmus o eTwinning può prescindere dalla collaborazione internazionale, se vuole essere davvero efficace. Il valore aggiunto degli incontri in presenza, così tanto agognati nel periodo caratterizzato dal Covid, sta proprio nella possibilità di connettersi "senza filtri" con persone che non conosciamo, ma con cui esperienze di formazione così intense ci permettono di legare e fare rete in modo immediato. Tra l'altro, anche io ho avuto il mio momento "Carramba! che sorpresa" quando mi sono trovata davanti la collega croata Stojanka, che avevo conosciuto l'anno precedente sul Forum dei Partner di eTwinning e con cui avevamo scambiato diverse email per possibili future collaborazioni...il mondo è davvero piccolo - specie quello Erasmus!
La fase di conoscenza continua con il Picasso Game...non esattamente il tipo di attività a me congeniale, viste le mie scarse doti artistiche, ma proprio per questo divertente...ricreare a mano, collaborativamente, il volto di ciascun partecipante è stato un momento che ha alleggerito la tensione di tutti e ci ha messo di buon umore....senza contare che ritornare a passarsi dei fogli per consentirci di contribuire "all'opera d'arte" (non senza una buona dose di igienizzante per le mani, alla fine) ci ha riportato a quegli attimi di normalità che tanto ci sono mancati in questi ultimi anni. Ci si potrebbe chiedere il senso di queste attività, oltre a quello di rompere il ghiaccio e rafforzare il concetto di team: sicuramente, servono anche a sottolineare come, in ottica di Cooperative Learning, tutti siano utili e necessari per realizzare un lavoro comune.
Il podcast è strettamente connesso allo storytelling digitale e già dal primo giorno abbiamo cominciato a delineare gli elementi centrali dello storytelling e il loro ruolo all'interno della creazione di una storia. Attraverso Slido abbiamo contribuito a un brainstorming di gruppo e abbiamo poi analizzato l'etimologia della parola composta STORYTELLING. Subito dopo, è toccato a noi raccontare una storia (accaduta in ambito personale o lavorativo) al nostro vicino e a nostra volta cimentarci nell'ascolto attivo di una storia da parte del partner, condividendo poi i racconti in plenaria così come ci erano stati riferiti o cambiando qualche dettaglio! Qui non svelo i contenuti delle nostre storie, ma alcune hanno suscitato grande ilarità in noi e nei nostri compagni di viaggio...Da questo nasce la riflessione che una più ampia - e seria - discussione in classe con i nostri alunni può e deve sicuramente portare ad affrontare lo spinoso tema delle fake news e della ricerca di fonti oggettive per verificare le notizie, argomento che andrebbe analizzato con grande attenzione per orientare i giovani verso una corretta fruizione dei contenuti veicolati dai media.
Video e materiali digitali inseriti dentro un Padlet del corso si alternano al dibattito in classe animato dai vari interventi dei docenti che arricchiscono gli input, spesso molto veloci, forniti in classe dal trainer.
Il secondo giorno ha come argomento principale l'approfondimento teorico del modello di Viaggio dell'Eroe di Campbell (1949), modello comune di storie e narrazioni che riguardano un eroe che intraprende un'avventura e dopo aver superato un momento di crisi ottiene una vittoria e torna a casa trasformato in seguito agli avvenimenti stessi della storia. Si passa al lavoro pratico e in gruppi internazionali ci viene chiesto di scrivere una storia seguendo quel modello e utilizzando una serie di foto che ci vengono date come input per inventare personaggi, ambientazione e trama. Io, la collega spagnola Ana e la collega croata Stojanka creiamo una storia di amicizia di lunga data, rovinata dal desiderio di scalata al potere in ambito professionale. Ogni gruppo, al termine del lavoro, condivide la sua storia con il resto della classe. Anche oggi, la giornata è proficua per via del lavoro in team con i colleghi, che può essere replicato in classe dai ragazzi nel momento in cui sceglieremo di lavorare allo storytelling digitale partendo dalla semplice scrittura di una storia di gruppo.
La lezione si conclude, ma nel pomeriggio il programma prevede una visita guidata di un paio di ore per vedere i principali luoghi storici di Berlino. Proprio in quell'unico momento del nostro soggiorno berlinese ci colpisce un'inaspettata pioggia battente, ma non ci lasciamo scoraggiare e, munite di giacca impermeabile e ombrello, ci prepariamo a una passeggiata che tra pioggia, nuvole e sole lascia intravedere tutta la bellezza di una Berlino che, se da una parte si mostra austera per via dell'imponenza dei suoi monumenti storici, dall'altra ostenta un lato giovane, metropolitano, quasi spregiudicato, racchiudendo in sé i contrasti di una città con luci e ombre in cui il peso della storia del passato sembra voler essere controbilanciato da un desiderio di apertura e libertà di cui la stessa caduta del Muro è un po' il simbolo. Nonostante la devastazione provocata dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla divisione della città in due parti, il mix tra architettura moderna e classica evidenzia come il progetto di ricostruzione sia stato capace di valorizzare i tesori culturali custoditi dalla città, che meritano sicuramente una visita più approfondita. La Porta di Brandeburgo, l'Isola dei Musei, il Palazzo del Reichstag, AlexanderPlatz, il quartiere medievale Nicolai....sono questi i luoghi più rappresentativi da visitare a Berlino, e abbiamo cercato di approfittare del tempo libero quanto più possibile per conoscere una città che ha davvero tanto da raccontare...
Del muro originale rimane molto poco, ma le sezioni ancora intatte sull’East Side Gallery, decorate da meravigliosi murales di artisti da tutto il mondo sono sufficienti a far capire, riflettere e commuovere, ed è proprio questa, insieme al Berlin Wall Memorial, la parte di Berlino che è mi ha maggiormente colpito e che mi rimarrà sicuramente più impressa ripensando all'aspetto culturale di questo viaggio.
In effetti, a chiunque tenti di immergersi culturalmente nella città appare subito evidente come la modernità sia indissolubilmente legata a quel momento storico indelebile...un video che ci hanno mostrato al corso per evidenziare la potenza mediatica di una parola detta al momento sbagliato ("ab sofort!") sintetizza bene gli avvenimenti e ci proietta in un passato poi non così troppo lontano, attraverso delle immagini potenti:
Nel terzo giorno di formazione entriamo nel vivo del corso analizzando prima il concetto, ormai consolidato, di 21st Century Skills e poi addentrandoci nel ciclo di creazione di un podcast. Partendo da un'idea di base la si approfondisce attraverso un'azione di ricerca e analisi, per poi creare uno storyboard, passare alla registrazione, all'editing e infine alla condivisione del prodotto finale, con feedback annesso. Il processo di lavoro sicuramente non è tra i più immediati, ma permette di attivare processi cognitivi significativi e sviluppare competenze chiave che possono essere trasferite pure in altri ambiti.

La base pedagogica su cui si fonda l'attività del podcast è il Project-Based Learning, dove delle "driving questions", rilevanti per gli alunni e mirate ad ottenere delle risposte aperte, orientano la discussione verso la risoluzione di un problema tramite lo sviluppo delle competenze del XXI secolo con un approccio didattico che mette lo studente al centro dei processi di apprendimento/insegnamento. In effetti, più che nel prodotto finito il valore vero del podcast è da ricercare nei processi di lavoro, poiché diventa un prezioso mezzo per avvicinare i ragazzi al mondo dei media e proiettarli attivamente all'interno di esso.

How would you make your town greener?
What would you do to reduce plastic in your school?
How do you see your country in 20 years’ time?
Queste le 3 driving questions pensate dal mio gruppo per ipotizzare un punto di partenza da cui avviare una discussione in classe.
La parte più tecnica ha previsto un accenno all'importanza dell'acustica e al modo in cui, tramite lo stimolo-risposta, recepiamo e "sentiamo" i suoni. Nel nostro corso erano presenti anche insegnanti di musica, sicuramente più addentro di noi rispetto alla terminologia tecnica su frequenze, onde radio, lunghezze d'onda...ciò che personalmente ho trovato utili e semplici da seguire, anche considerando la mia esperienza pregressa (ho registrato sia con smartphone che con un microfono da podcast) sono stati i consigli su come registrare un suono, prestando attenzione ai rumori ambientali, alla distanza da tenere tra speaker e microfono e al controllo della respirazione...bisogna mantenere la calma e mostrare di essere professionali!
Tra le varie esperienze condivise dai partecipanti, anche noi abbiamo dato il nostro contributo mostrando il lavoro fatto con il podcast "Erasmus Gabelli - The Voice of Europe", realizzando interviste ai protagonisti delle mobilità Erasmus in visita presso la nostra scuola nello scorso anno scolastico, adottando tra l'altro modalità simili a quelle utilizzate anche in questo corso.

La parte più interessante del corso è stata quella "on the road", in cui a gruppi siamo scesi letteralmente su strada per intervistare dei passanti su una tematica da noi scelta (Berlino e il cibo internazionale) per realizzare una puntata di podcast...La struttura del podcast che ci viene chiesto di realizzare per l'esercitazione è abbastanza semplice: durata di massimo 3 minuti (già un'eternità!), includendo una introduzione (intro), la parte centrale con i contenuti delle interviste e una conclusione (outro). Dare una chiara organizzazione al podcast è fondamentale per permettere all'ascoltatore di seguire facilmente il discorso ed essere motivato a seguire le puntate seguenti. In circa un'ora dobbiamo trovare delle persone che vivano a Berlino per rispondere ai nostri quesiti...sembrerebbe semplice, ma non tutti sono subito propensi a parlare davanti a un microfono, a sconosciuti e in lingua inglese. Con le nostre colleghe spagnole Ines e Mar, io e Anna Rita facciamo il giro dell'isolato per individuare dei soggetti adatti all'esperimento didattico, armate di smartphone e microfono...Ci distribuiamo i ruoli e a me tocca fare le domande; la prima persona con cui parliamo è un turista italiano, per cui non va...intercettiamo altre persone per strada e proviamo a spiegare chi siamo e cosa stiamo facendo e, alla fine, non senza diversi momenti di attesa, riusciamo a convincere a lasciarsi intervistare una signora con un cane al guinzaglio, due ragazzi giovani, una coppia di anziani signori...dopo qualche diffidenza, registriamo un po' di contenuti audio in cui le nostre "cavie" ci raccontano del cibo di Berlino, non senza alcuni problemi audio legati ai rumori della strada e a un fastidioso vento che viene amplificato dal microfono. Ritornate in classe, stanche ma soddisfatte del piccolo collage di interviste raccolte, siamo pronte ad affrontare la fase più difficile del task laboratoriale: editare le interviste e creare la puntata. Il trainer ci presenta un nuovo tool al momento molto pubblicizzato sulla piattaforma Spotify, Soundtrap, con cui si può fare l'editing dei file audio ma anche creare tracce musicali inedite di sottofondo in modo relativamente facile. Il lavoro delle interviste è stato finalizzato alla creazione di un prodotto finale in team, che abbiamo messo insieme durante la rimanente fase pratica del corso. La suddivisione dei ruoli ci ha aiutato a calarci nei panni dei nostri alunni: noi italiane abbiamo scritto e registrato i testi da usare come introduzione e conclusione del podcast, la collega spagnola di arte ha ideato la copertina e l'altra ha editato il file audio, scelto la musica in background e finalizzato il prodotto. A quest'attività pratica sono state dedicate almeno un paio di ore in ciascuno degli ultimi tre giorni di corso...anche pochi minuti di registrazione prevedono un lavoro di editing certosino, per cui i tempi da dedicare a questa attività necessitano della giusta pianificazione...un prodotto "pulito" richiede davvero molto impegno e pazienza! La soddisfazione di veder pubblicato il vostro podcast e di poterlo condividere con il mondo reale vi ripagherà comunque di tutti gli sforzi necessari per metterlo insieme!
Alla fine del lavoro di gruppo, abbiamo poi pubblicato il file audio su PodBean e condiviso col resto della classe la puntata 0 del nostro podcast "International Food in Berlin". Sicuramente migliorabile, ma accettabile come prima sperimentazione veloce e senza troppe pretese! Non a caso abbiamo scelto il cibo internazionale come tematica: durante la settimana abbiamo approfittato per fare una "full immersion" nella multiculturalità culinaria offerta da Berlino, avendo l'imbarazzo della scelta davanti a dei menù che ci hanno permesso di "viaggiare" con la mente (e con i sensi!) in varie parti del mondo!

Tra gli ultimi contenuti trattati, uno tra quelli più importanti è il rispetto del copyright, tema su cui bisognerebbe insistere di continuo anche in classe ponendo all'attenzione dei ragazzi il rispetto dei diritti d'autore e le licenze Creative Commons (copyleft!) come soluzione da adottare per poter utilizzare audio, suoni o musiche di sottofondo nei nostri podcast. La cittadinanza digitale passa anche dal rispetto di queste fondamentali regole ed è bene sensibilizzare i ragazzi fin da subito su come comportarsi con opere intellettuali di proprietà altrui. Sono tanti i siti da cui poter scaricare musica gratuita per i nostri podcast e qui riceviamo dal trainer una lista di risorse utili da consultare all'occorrenza.
L'ultimo task pratico del corso ha previsto un ulteriore lavoro di progettazione, questa volta di un intero progetto didattico incentrato sui Podcast. Io e Anna Rita abbiamo immaginato e presentato ai nostri colleghi un progetto inserito nella cornice internazionale di eTwinning, pensando al nostro contesto scolastico...e chissà che a breve non possa essere realizzato davvero (nuove idee in cantiere, anche in chiave mobilità Erasmus alunni)!

Alla fine del corso è arrivato il momento di tirare le somme dell'esperienza e fare le foto di rito con il certificato finale che ci è stato consegnato al termine...meritato riconoscimento per il nostro impegno da podcaster emergenti!
Abbiamo salutato i nostri colleghi del corso con l'augurio di tenerci in contatto e di fare rete per possibili progetti futuri che coinvolgano gli alunni. Ufficialmente il corso si è concluso al momento della consegna degli attestati, però abbiamo ancora avuto modo di passare del tempo insieme perché il programma del sabato ha previsto una visita culturale guidata di Potsdam, città a sud-ovest di Berlino, distante circa 25 km, soprannominata "la Versailles tedesca". Il caldo torrido (che mi ricorda in effetti la mia primissima visita alla Versailles originale, diversi anni fa!) non ci aiuta ma, con l'aiuto della guida di Europass Academy, ci spostiamo in treno e visitiamo l’ex sede reale prussiana che attira molti turisti con i suoi splendidi giardini e palazzi, Patrimonio Mondiale UNESCO dal 1990. In particolare, nel Parco di Sanssouci si intrecciano splendidi giardini, edifici e opere d’arte.
Ancora una volta, torniamo a casa arricchite da un'esperienza Erasmus vissuta a tutto tondo, che ci ha fornito un altro pezzo del più ampio puzzle dell'internazionalizzazione dell'Istituto, grazie al piano di Accreditamento che giorno dopo giorno ci vede incrementare le attività europee in direzione dei nostri obiettivi a lungo termine. Il processo per coinvolgere tutti gli stakeholder scolastici nel modo giusto è ancora lungo, ma ogni volta che vengono implementate delle mobilità ci rendiamo conto di come la ricaduta diretta e indiretta di queste azioni sulla comunità scolastica possano darci quella marcia in più per affrontare il nostro lavoro con la voglia di migliorarci sempre tramite l'innovazione, che scaturisce anche e soprattutto dal confronto con colleghi e realtà straniere.
Ringrazio Erasmus+ per le preziose opportunità che ci offre in termini di sviluppo professionale: promettiamo di non deludere la nostra scuola mettendo in atto quello che abbiamo imparato in modo da proporre ai nostri alunni una didattica coinvolgente, pratica e innovativa! Grazie simbolicamente anche Berlino per averci accolto in un ambiente culturalmente molto stimolante, che ha reso piacevole "rinunciare" a una piccola parte delle nostre vacanze estive per buttarci a capofitto in questa nuova avventura e dedicarci a tool digitali, metodologie didattiche, web radio e così via...Non mi resta che chiudere questo racconto di viaggio dicendo....stay tuned! A breve altre novità legate ai podcast e ad Erasmus attendono l'IC "A. Gabelli"... e non si tratta di una fake news!
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